Il canonicoUlysse Chevalier(1841-1921), professore di Archeologia a Romans e di Storia ecclesiastica a Lione, è un grande medioevalista. I suoi 17 volumi della Biblioteca liturgica ed il suo Repertorio delle fonti storiche del medioevo fanno testo ancor oggi (vedi punto 2'.6 del nostro Sito).
Ma Chevalier, per quanto colto, ha ceduto alla moda ipercritica del suo tempo. E così se l'è presa anche con la Sindone di Torino e con Giovanna d'Arco.
Nel 1906 ha pubblicato, senza aver mai messo piede a Loreto, il suo famoso volume Notre-Dame de Lorette , un'opera che farà un torto irreparabile a questo pellegrinaggio.
Gli siamo tuttavia riconoscenti per aver dato un forte impulso agli studi su Loreto.
Cento anni dopo la pubblicazione di Notre-Dame de Lorette siamo in grado di dare qualche risposta alle sue asserzioni perentorie.
Per mancanza di tempo e di spazio lo facciamo qui in modo breve e sommario:
1 -Probabilmente la casa della Vergine è stata distrutta prima del IV secolo. Inoltre la basilica è stata rasa al suolo nel 1263 dal sultano del Cairo.
Risposta:
Gli studi moderni sugli scavi della Basilica di Nazareth mettono in luce tracce d'un culto molto antico, risalenti ai primi secoli. La famiglia stessa del Cristo sarebbe stata all'origine di quel culto.
L'antichità delle pietre attualmente a Loreto è garantita dagli studi fatti sulle pietre stesse e sulla loro disposizione. La presenza di graffiti è un indizio ulteriore a favore dell'antichità del'edificio. Una decina di graffiti analizzati nel 1962-65 sono di fattura giudeo cristiana.
2 -L'asportazione dell'edicola è un dato sconosciuto a Nazareth.
Risposta:
Questa affermazione può difficilmente essere negata.
3 -Siamo in possesso di resoconti di viaggiatori. Nessuno ricorda l'ombre d'una traccia di sparizione a Nazareth.
Risposta:
Chevalier si basa su resoconti di pellegrini che hanno constatato la presenza della grotta, non quella dei muri della Santa Casa, assente dopo il 1291.
4 -Prima del 1294 esisteva già a Loreto una chiesa «Santa Maria» sul luogo dell'attuale basilica.
Risposta:
È vero che l'atto di donazione del 1194, esumato dai camaldolesi nel 1775, fa menzione di una chiesa parrocchiale Santa Maria sul fondo di Loreto. Ma oggi è dimostrato che quella chiesa non era la Santa Casa.
(Eschbach 386s, 3 Rinieri 63s, Gorel 75s, Sant SC 315-20)
5 -Eliminati I documenti falsi, non si parla di traslazione prima del 1472, quasi due secoli dopo i fatti presunti.
Risposta:
Il padre Santarelli ha trovato allusioni al pellegrinaggio a partire dall'inizio del XIV secolo: voto di Carlo di Schevendem (1315), donazione del 1348, allusione del papa Gregorio XI (1375), Rosaio mistico di Santa Caterina di Bologna (1440). (Sant SC 330-400).
6 -I papi e la congregazione dei riti non si sono pronunciati sulla traslazione prima del 1507.
Risposta:
Esistono testi pontifici molto anteriori. Ma è vero che nel 1507, o il 1510 una bolla di Giulio II menziona la casa trasportata dagli angeli in Slovenia e poi presso la signora Laureta. In generale i papi sono rimasti sobri sulle modalità del trasporto.
7 -Rinunciando a quanto i fratelli separati chiamano il «miracolo della superstizione» la Chiesa cattolica farà un passo verso l'unità.
Risposta:
Questo non è del tutto sbagliato, ma l'ecumenismo autentico è basato sulla verità.
8 -Una traslazione angelica nel 1294 avrebbe messo a soqquadro la cristianità; i papi sarebbero intervenuti immediatamente.
Risposta:
Si, è molto verosimile. Ma questa osservazione concerne la modalità del trasporto, non l'autenticità della Casa.
9 -Prima del 1525 gli annalisti italiani sono muti sull'arrivo della Santa Casa in Italia.
Risposta:
Come abbiamo già detto al punto 5, abbiamo attestazioni di un culto alla Vergine venuta in terra di Recanati fin dall'inizio del XIV secolo.
10 -I racconti delle pie leggende sono testi tardivi che non resistono alla critica.
Risposta:
Abbiamo visto in 3'.4.2 che il Teramano (1472), il beato Giovanni Battista (1481) e Angelita (1525) sono autori certo tardivi, ma molto seri. Angelita, archivista di mestiere a Recanati, è una fonte attendibile.
5.7.2 Altri segni di autenticità della Santa Casa
Non è questo il posto per fare un'apologia completa su Loreto. Per questo si può far riferimento ai numerosi libri del padre Santarelli.
Per farla breve, ecco alcuni argomenti che ci hanno colpito in modo particolare.
Argomenti a sfavore della Traslazione Angelica (TA).
Fatti poco conformi alle modalità divine.
Le traslazioni (come si constata nella vita di Elia, del diacono Filippo o di Madre Yvonne) sono un gioco da bambini per Dio e per gli angeli. Su questo non c'è il minimo dubbio.
Ma il trasferimento di edifici è raro o inesistente nella storia della Chiesa. Sembra una procedura poco conforme al modo di agire divino.
Dio non ha fatto tale miracolo per il tempio di Gerusalemme, né per la grotta di Betlemme, né per la santa croce, ne per la tomba del Cristo ( malgrado i sacrifici enormi dei crociati).
Nel romanzo di Bruce Marshall Il Miracolo di Dom Malachia, un monaco ottiene che un cabaret losco sia trasportato miracolosamente attraverso l'aria. Ma il cattivo luogo fa tanto male altrove e il religioso capisce che Dio non sradica la zizzania con la magia (1 Moeller Litt XX°s p.14).
Incoerenze materiali
Diversi resoconti della TA descrivono l'arrivo in Illiria di una piccola chiesa con il suo campanile, la sua mobilia interna e, cosa molto inverosimile, un'icona di Maria dipinta da san Luca. Si immagina il trasporto divino di tre soli muri.
In caso di trasporto di una casa completa, si può immaginare che gli abitanti di Recanati avrebbero conservato con cura la parte superiore dei muri e del tetto!
Salti di pulce
Se è stato il cielo ad operare lo spostamento, bisogna pensare che sia stato così esitante nella scelta della destinazione finale, con tre tentativi falliti prima di concludere?
Tuttavia la TA è molto in armonia con la mentalità dei nostri antenati nella fede
Negli annali del medioevo si trova una quantità di statue e di quadri volanti.
Il procedimento sembra in armonia con l'immaginario spontaneo del popolo.
Per esempio, oltre alle quattro soste tradizionali della Santa Casa, si trovano altre repliche in Umbria, in Toscana, nel Lazio e nelle Marche (Sant TLL, 161).
Gli interventi materiali degli angeli
Secondo san Tommaso gli angeli, buoni o cattivi, hanno un potere considerevole sulla materia. Il padre Édouard Lamy, Gemma Galgani, ne facevano spesso l'esperienza. Ecco la questione di diritto. Questione di fatto: i loro interventi spettacolari al di fuori delle leggi della natura sono assai rari.
Ma i nostri antenati, animati da una grande fede, amavano far figurare nelle opere d'arte la loro partecipazione incessante alla nostra vita.
Esempio: una stampa presenta santa Brigida in navigazione verso la Terra Santa. Alcuni angeli accompagnatori compaiono in tre ambienti della nave.
Altro caso: il pericoloso innalzamento dell'obelisco di piazza San Pietro in Vaticano al tempo di Sisto V (1585-90). Due angeli trasportatori sostengono la pesante massa di pietra (Sant SC 311).
Il trasporto angelico come fatto culturale
Ecco alcuni esempi:
1) - Immagini o quadri trasportati dagli angeli
- Madonna di Ravenna, proveniente da Costantinopoli nel 1100.
- Madonna del Buon Consiglio di Genazzano in provincia si Scutari (Albania, 1467).
2) Cappelle trasportate dagli angeli
Cappella S. Maria delle Vertigini, migrata da Arezzo ad Asciano (1100). Grande analogia con Loreto (disputa - chiesa senza fondamenta).
- Chiesa S. Maria in Mevale (Visso - MC) arrivata dall'Umbria (1492).
Si noterà anche che gli oggetti venerabili sembrano fuggire dalle regioni in cui sono minacciati dall'islam o dalle eresie (Sant SC, 313-4). In fondo, si tratterebbe di Vergini scontente!
L'amplificazione è un procedimento ritrovato continuamente nei racconti biblici o agiografici
I fatti biblici, duplicati dagli scritti midrashici sono spesso amplificati nella loro materialità con il passare dei secoli. La vita dei santi entra rapidamente nella leggenda, come si constata ad ogni piè sospinto.
L'onestà intellettuale e la serietà del lavoro apologetico esige che le fonti vengano sempre verificate, esaminate con rigore.
I racconti dettagliati della TA sono tardivi
Per esempio, sono trascorsi 170 anni fra la data presunta tra la scomparsa dalla Terra Santa (1291) ed il racconto del Teramano (1462 circa).
Silenzio dei papi recenti
A partire da Benedetto XV, i papi si sono astenuti dal fare allusione alla TA.
Argomenti a favore della traslazione marittima
Fine delle crociate
Nel 1290 gli Europei sono sconfitti in Terra Santa dal sultano Kelaoun. Al sovrano succede il figlio Kabil, che riporta la famosa vittoria di Accon (chiamata anche Tolemaide o San Giovanni d'Acri), il 18 maggio 1291. Quella data segna la disfatta definitiva degli europei in Terra Santa. Ora i crociati finiranno per sparire.
Due grandi eruditi francesi specialisti di storia delle crociate, Michaud (1832) e Grousset (1936), hanno ricostruito i fatti. Nel corso dell'anno 1291 i crociati dei diversi paesi, sentendo che la partita era perduta, si affrettano ad imbarcare tutto quanto può essere salvato. A quel tempo il culto delle reliquie è all'apice. Si depreda, si sposta, si trasporta, si porta via... Talora quegli spostamenti danno luogo allo smontaggio ed alla ricostruzione di insiemi architettonici assai ampi.
Possibilità tecnica del trasporto di insiemi architettonici
Interrogato su questo punto, il padre Santarelli risponde tranquillo che quei maneggi non ponevano problemi. Cita esempi di quel tempo e nel suo libro fa allusione al trasporto da parte dei veneziani delle colonne della chiesa di San Saba di Acon, non lontano da Nazareth, intorno al 1260, ecc. (3 SM D’ - Sant SC, 300s).
Le fermate avvengono sempre il luoghi vicini al mare
Tersatto, Porto Recanati. Forse un segno che l'oggetto arrivava per via marittima?
Bercé: Tersatto ultimo bastione sul mare di Carlo II
La madre di Carlo II d'Angiò era Maria d'Ungheria. Tersatto, tappa della Santa Casa prima di arrivare in Italia, era l'ultima fortezza dell'impero austro ungarico nel nord dell'Adriatico (Bercé 313).
Le pietre della Palestina
Malgrado certe divergenze, da 150 anni molti esperti stimano che le pietre, la malta che le tiene insieme e la loro disposizione sia tipica della Palestina.
Indizi provenienti dalle persone e dalle date
Vedere anche il nostro sito in 3'.5.4
Nel 1294 il principe dell'Epiro Niceforo Angeli, legato alla famiglia degli imperatori di Costantinopoli, dà in sposta la figlia Ithamar (Margherita) al principe di Taranto Filippo d'Angiò, figlio del re di Napoli Carlo II d'Angiò, nipote di san Luigi IX. Il matrimonio ha luogo nel settembre 1294.
Ithamar non arriva in Italia con le mani vuote.
Secondo il foglio 181 del Cartolario proveniente da Collesano presso Palermo, le pietre della Santa Casa avrebbero fatto parte della dote di Ithamar.
Il 5 luglio 1294, a Perugia il cardinale Malebranche, forse influenzato da Carlo II d'Angiò, fa eleggere papa Pietro di Morrone, un rude eremita abruzzese che oggi conosciamo sotto il nome di Celestino V.
In data 28 agosto 1294 quel monaco sublime è coronato in S. M. in Collemaggio a l'Aquila. Carlo II è molto vicino a Celestino V. Non è quindi improbabile che abbia suggerito il luogo dove far arrivare la santa reliquia in possesso della sua famiglia.
Il papa da poco eletto si dimette il 13 dicembre 1294. Ora, tre giorni prima di quella data, le pietre della santa Casa arrivano nel porto di Recanati, il comune che inglobava Loreto
Il luogo di destinazione è assai logico. Porto Recanati era una installazione portuale assai conosciuta di fronte alla costa dalmata.
A Roma il Vicarius Urbis, l'uomo che governava provvisoriamente, era un certo Salvo, prima vescovo di Recanati. Avrebbe preso lui disposizioni affinché la reliquia finisse il viaggio proprio nella sua patria?
Wladimir d’Ormesson pubblica nel 1959 il diario del cardinale Landrieux, vescovo di Digione. In data 17 maggio 1900, il vescovo aveva annotato di aver incoronato a Roma il dottor Giuseppe Lapponi (1851 - 1906), il medico e confidente di papa Leone XIII. Lapponi ha consultato il dossier Loreto conservato negli Archivi Vaticani. Le carte avute tra le mani rivelavano che una famiglia de Angelis, ramo della famiglia imperiale regnante a Costantinopoli, possedeva importanti domini in Palestina.
All'invasione dei Turchi, da Nazareth avrebbero trasportato i materiali della Santa Casa in Epiro dove avevano delle terre. La Santa Casa sarebbe stata, si, trasportata dalla mano degli angeli; ma di fatto si sarebbe trattato degli angeli terrestri. Sarebbero stati verosimilmente crociati o maneggiatori ingaggiati dalla famiglia de Angelis. La tradizione popolare a poco a poco li avrebbe assimilati agli angeli del Paradiso.
Il dossier in questione risulta introvabile negli Archivi Vaticani. Chi allora ha fatto sparire quelle carte all'alba del XX secolo? Lo stesso Lapponi? Un bibliotecario mandato da Leone XIII ? Rimane l'incognito (Sant SC, 235 a 328 - 3 SM B’à G’).
La legge di convergenza degli indizi.
Tale è in sintesi la brillante tesi Santarelli.
Come un'inchiesta giudiziaria, si fonda su prove molto tenui. Ma si resta colpiti dalla coerenza delle tessere che si combinano armoniosamente a formare un bel mosaico.
Oggi la logica di questa esposizione si è imposta a molti.
La probità dell'autore, un sacerdote religioso innanzi tutto, gli assicura una credibilità aggiunta.
Fino a prova contraria, diamo a lui la nostra fiducia.