10 Conclusione - Loreto Lorette Francese

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13 ARDOR
10° Parte 
CONCLUSIONE

10-1    ORAZIONE, PRIMA ESIGENZA
San Benedetto definisce con modestia la sua Regola  come " una vita onesta e un inizio di osservanza".

Qui,  abbiamo presentato un   semplice   programma di   ritorno alle fonti   attraverso la preghiera. Ogni membro   troverà   altrove   luci e   ispirazioni   per l’inserimento secolare,  g li impegni apostolici e  la  formazione   cristiana in generale . 
Come abbiamo visto, la CMM si caratterizza per una sola esigenza identitaria: l’orazione prolungata.
Scrivendo queste righe,  abbiamo  avuto  costantemente   sotto gli occhi   (quasi  tremando)  l'esistenza  concreta di   non sposati e di persone sole   presi   nel vortice   degli obblighi   nella società di oggi.
Non senza tormento ci siamo posti più volte la domanda: proporre oggi una o due ore di  orazione  quotidiana è realistico? È evidente che non tutti sono chiamati a questo. Nella casa del Padre ci sono molti posti. La CMM si rivolge a quanti hanno sentito questa chiamata particolare.  In definitiva, sono molti coloro che hanno in sé le doti di salute e di disponibilità che rendono possibile tale investimento.

10-2   Il CARISMA PRINCIPALE
Ora, se ci domandano quale sia la grazia principale messa in opera dalla CMM, rispondiamo senza esitare: la Tenerezza di DIO, manifestata nella dimensione celeste della vita cristiana, la dolcezza di Maria, la presenza dei fratelli maggiori: angeli, santi, eletti ai loro fratelli della terra alle prese con l’oscuro combattimento della Fede.  

10-3. Non sono quelli che dicono "Signore! Signore!"
È tempo di esorcizzare un malinteso: la CMM non propone una sorta di "oppio del popolo", di modello schizofrenico e allucinatorio a persone ferite, incapaci di muoversi nel mondo, che generano una sorta di bozzolo immaginario al riparo dai problemi della società.

Certo, questo pericolo è reale, ma dobbiamo vigilare per proteggerci.

Ecco cosa scrive S. Teresa d’Avila quando tratta dei livelli più alti della preghiera: "
Questo è lo scopo dell’orazione, figlie mie; ecco a cosa serve questo Matrimonio Spirituale: a far nascere opere, opere.
" (7°D 4,6 p.1034)

10-4     CARITÀ FRATERNA
"
Se uno dice: "Io amo Dio" e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede"
(1 Gv 4,20).

È assodato   che il criterio   di progressione   nell’amore   divino è   il perfezionamento   della carità concreta   verso i fratelli . Ogni membro della CMM, consacrando molto tempo alla preghiera e avendo disponibilità limitate verso il proprio ambiente, conoscerà una certa inquietudine sull’autenticità del proprio cammino. Si esaminerà allora senza scrupolo ma con lucidità su questo capitolo. La sua verifica verterà più sulla qualità che non sulla quantità delle azioni verso il prossimo.

Il  Manoscritto "C" di Teresa di Gesù Bambino  a Madre Maria di Gonzaga aiuterà a fare questo esame di coscienza.

Vi è oggi una vera e propria crisi della carità, all’interno del mondo della velocità, dell’efficienza, dello stress e dell’ossessione dell’io. Nel pugilato della vita quotidiana, questo "altro", che attraversa la mia strada mi appare troppo spesso come un importuno e un freno. Questa crisi infuria tanto nella società quanto nella Chiesa, che dispone di troppo pochi operai per far fronte a  compiti   immensi .
Secondo le parole di San Francesco di Sales, avremo l’assillo di sviluppare non solo la carità, ma "anche la cordialità", quella carità che assume un aspetto umano, amabile e tenero, come spesso constatiamo in Italia.

Il Vescovo   di Ginevra   raccomanda  la  pazienza che   ci  "rende  gentili e   delicati   nel soccorso al   prossimo   attraverso   una bontà   cordiale   nei suoi confronti." (Trattato dell’amore di Dio, Libro XI, cap.19 – Pléiade p.934).

Inevitabilmente ,  all'interno o all'esterno   della   CMM ,  avremo a che fare   con persone   "originali" e   " atipiche",  oggetto di   esclusione da parte della società   o di   certe strutture   ecclesiali.   Pur restando   nella prudenza,   ci preoccuperemo   di considerarli   con gli occhi di   Dio ,  non con   quelli del mondo : sguardo  contemplativo!

Faremo ugualmente attenzione a non trasformare il comandamento dell’amore verso il prossimo in "volontà di potere", che  è   quanto accade quando   si divide il   mondo in due clan: quello dei  "normali", che si sentono investiti della missione di psicanalizzare, istruire, correggere e proteggere il clan degli "anormali", definitivamente rinchiusi nella loro "cartella clinica".
L’esperienza dimostra che la carità vera, che si rivolge senza preconcetti verso il cuore della persona, produce meraviglie di trasformazione.

In una prospettiva   realistica,   sappiamo  a-priori che,   dove ci sono   persone ferite   (poco o tanto), là  sorgono   rivalità ,  gelosie   e risentimenti .
Riconciliazione ,  chiarimenti ,  dialoghi mirati,   discrezione ,  tatto , tenacia  nel perseguire   il progetto , speranza  gioiosa...   sono altrettante virtù   necessarie   per la fondazione   e lo sviluppo della   CMM!

10-5  FONDATEZZA, ORIGINALITÀ della CMM
Essa associa classicismo e    modernità
 per r ispondere   a un bisogno , costituito dall’ alto tasso di   persone sole   nel mondo contemporaneo , dallo sfilacciamento del  tessuto sociale  e dal rilassamento di quello ecclesiale.  Ciò comporta   per molti   una situazione di   indigenza spirituale .

La desertificazione della Provincia, la solitudine della città, la deforestazione sacerdotale… esigono il ricorso alla famiglia spirituale, a strutture leggere, che permettano, con mezzi poveri, di "resistere nel proprio nido" e di portare – volesse il cielo – fino alla piena unione con Dio.
La creazione di un nuovo movimento spirituale trova giustificazione se: 

risponde a una necessità

presenta un carattere specifico.

Ricordiamo alcuni tratti originali della CMM:
1°   Risposta ai problemi di solitudine e  valorizzazione del celibato.
2°   Vita contemplativa nel cuore del mondo, in un momento in cui il numero dei conventuali sta diminuendo.
3°    Tonalità lievemente eremitica.
4°   Dimensione escatologica sottolineata in contrasto con le carenze della "Città secolare".
5°   Ricorso all’umanesimo, alle tradizioni di religione popolare e mistica proprie dell’Italia.
6°   Fraterno aiuto reciproco, nella moderna forma di  fraternità - sorellanza  spirituale.
7°  Sviluppo della grazia specifica del sacerdozio battesimale.
8°   Assimilazione della grazia del "rinnovamento" (o alternativa), con una nota rilevante di sobrietà.
9°    Importanti autonomia e libera iniziativa, lasciate ad ogni persona.
10°  Incontri   distanziati ,  non vincolanti ,  di tipo  " ricreativo "  e  "paradisiaco".
11° Riunioni di preghiera, di insegnamento e scambio alla maniera di San Filippo Neri.
12° Primato dell’orazione, chiamata a diventare lo strumento fondamentale  di purificazione   e di santificazione .
13° Ruolo specifico, ma discreto, del sacerdozio ministeriale.
14° Flessibilità dell’istituzione, limitazione delle esigenze, a fronte della variabilità delle situazioni personali.
15° Delicatezza dei sentimenti all’interno della "famiglia celeste".
16° Modesto contributo a un "nuovo umanesimo" nella linea della "civiltà dell’amore".
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