San Benedetto definisce con modestia la sua Regola come " una vita onesta e un inizio di osservanza".
Qui, abbiamo presentato un semplice programma di ritorno alle fonti attraverso la preghiera. Ogni membro troverà altrove luci e ispirazioni per l’inserimento secolare, g li impegni apostolici e la formazione cristiana in generale .
Come abbiamo visto, la CMM si caratterizza per una sola esigenza identitaria: l’orazione prolungata.
Scrivendo queste righe, abbiamo avuto costantemente sotto gli occhi (quasi tremando) l'esistenza concreta di non sposati e di persone sole presi nel vortice degli obblighi nella società di oggi.
Non senza tormento ci siamo posti più volte la domanda: proporre oggi una o due ore di orazione quotidiana è realistico? È evidente che non tutti sono chiamati a questo. Nella casa del Padre ci sono molti posti. La CMM si rivolge a quanti hanno sentito questa chiamata particolare. In definitiva, sono molti coloro che hanno in sé le doti di salute e di disponibilità che rendono possibile tale investimento.
10-2 Il CARISMA PRINCIPALE
Ora, se ci domandano quale sia la grazia principale messa in opera dalla CMM, rispondiamo senza esitare: la Tenerezza di DIO, manifestata nella dimensione celeste della vita cristiana, ladolcezza di Maria, la presenza dei fratelli maggiori: angeli, santi, eletti ai loro fratelli della terra alle prese con l’oscuro combattimento della Fede.
10-3. Non sono quelli che dicono "Signore! Signore!"
È tempo di esorcizzare un malinteso: la CMM non propone una sorta di "oppio del popolo", di modello schizofrenico e allucinatorio a persone ferite, incapaci di muoversi nel mondo, che generano una sorta di bozzolo immaginario al riparo dai problemi della società.
Certo, questo pericolo è reale, ma dobbiamo vigilare per proteggerci.
Ecco cosa scrive S. Teresa d’Avila quando tratta dei livelli più alti della preghiera: "
Questo è lo scopo dell’orazione, figlie mie; ecco a cosa serve questo Matrimonio Spirituale: a far nascere opere, opere.
" (7°D 4,6 p.1034)
10-4 CARITÀ FRATERNA
"
Se uno dice: "Io amo Dio" e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede"
(1 Gv 4,20).
È assodato che il criterio di progressione nell’amore divino è il perfezionamento della carità concreta verso i fratelli . Ogni membro della CMM, consacrando molto tempo alla preghiera e avendo disponibilità limitate verso il proprio ambiente, conoscerà una certa inquietudine sull’autenticità del proprio cammino. Si esaminerà allora senza scrupolo ma con lucidità su questo capitolo. La sua verifica verterà più sulla qualità che non sulla quantità delle azioni verso il prossimo.
Il Manoscritto "C" di Teresa di Gesù Bambino a Madre Maria di Gonzaga aiuterà a fare questo esame di coscienza.
Vi è oggi una vera e propria crisi della carità, all’interno del mondo della velocità, dell’efficienza, dello stress e dell’ossessione dell’io. Nel pugilato della vita quotidiana, questo "altro", che attraversa la mia strada mi appare troppo spesso come un importuno e un freno. Questa crisi infuria tanto nella società quanto nella Chiesa, che dispone di troppo pochi operai per far fronte a compiti immensi .
Secondo le parole di San Francesco di Sales, avremo l’assillo di sviluppare non solo lacarità, ma "anche la cordialità", quella carità che assume un aspetto umano, amabile e tenero, come spesso constatiamo in Italia.
Il Vescovo di Ginevra raccomanda la pazienza che ci "rende gentili e delicati nel soccorso al prossimo attraverso una bontà cordiale nei suoi confronti." (Trattato dell’amore di Dio, Libro XI, cap.19 – Pléiade p.934).
Inevitabilmente , all'interno o all'esterno della CMM , avremo a che fare con persone "originali" e " atipiche", oggetto di esclusione da parte della società o di certe strutture ecclesiali. Pur restando nella prudenza, ci preoccuperemo di considerarli con gli occhi di Dio , non con quelli del mondo : sguardo contemplativo!
Faremo ugualmente attenzione a non trasformare il comandamento dell’amore verso il prossimo in "volontà di potere", che è quanto accade quando si divide il mondo in due clan: quello dei "normali", che si sentono investiti della missione di psicanalizzare, istruire, correggere e proteggere il clan degli "anormali", definitivamente rinchiusi nella loro "cartella clinica".
L’esperienza dimostra che la carità vera, che si rivolge senza preconcetti verso il cuore della persona, produce meraviglie di trasformazione.
In una prospettiva realistica, sappiamo a-priori che, dove ci sono persone ferite (poco o tanto), là sorgono rivalità , gelosie e risentimenti .
Riconciliazione , chiarimenti , dialoghi mirati, discrezione , tatto , tenacia nel perseguire il progetto , speranza gioiosa... sono altrettante virtù necessarie per la fondazione e lo sviluppo della CMM!
10-5 FONDATEZZA, ORIGINALITÀ della CMM
Essa associa classicismo emodernità
per r ispondere a un bisogno , costituito dall’ alto tasso di persone sole nel mondo contemporaneo , dallo sfilacciamento del tessuto sociale e dal rilassamento di quello ecclesiale. Ciò comporta per molti una situazione di indigenza spirituale .
La desertificazione della Provincia, la solitudine della città, la deforestazione sacerdotale… esigono il ricorso alla famiglia spirituale, a strutture leggere, che permettano, con mezzi poveri, di "resistere nel proprio nido" e di portare – volesse il cielo – fino alla piena unione con Dio.
La creazione di un nuovo movimento spirituale trova giustificazione se:
risponde a una necessità
presenta un carattere specifico.
Ricordiamo alcuni tratti originali della CMM:
1° Risposta ai problemi di solitudine e valorizzazione del celibato.
2° Vita contemplativa nel cuore del mondo, in un momento in cui il numero dei conventuali sta diminuendo.
3° Tonalità lievemente eremitica.
4° Dimensione escatologica sottolineata in contrasto con le carenze della "Città secolare".
5° Ricorso all’umanesimo, alle tradizioni di religione popolare e mistica proprie dell’Italia.
6° Fraterno aiuto reciproco, nella moderna forma di fraternità - sorellanza spirituale.
7° Sviluppo della grazia specifica del sacerdozio battesimale.
8° Assimilazione della grazia del "rinnovamento" (o alternativa), con una nota rilevante di sobrietà.
9° Importanti autonomia e libera iniziativa, lasciate ad ogni persona.
10° Incontri distanziati , non vincolanti , di tipo " ricreativo " e "paradisiaco".
11° Riunioni di preghiera, di insegnamento e scambio alla maniera di San Filippo Neri.
12° Primato dell’orazione, chiamata a diventare lo strumento fondamentale di purificazione e di santificazione .
13° Ruolo specifico, ma discreto, del sacerdozio ministeriale.
14° Flessibilità dell’istituzione, limitazione delle esigenze, a fronte della variabilità delle situazioni personali.
15° Delicatezza dei sentimenti all’interno della "famiglia celeste".
16° Modesto contributo a un "nuovo umanesimo" nella linea della "civiltà dell’amore".