Senza magnificare il volontarismo (del quale una generazione precedente ha conosciuto gli inconvenienti), questo genere di vita suppone un addestramento convincente della VOLONTÀ. Molti dei nostri contemporanei sono abulici. A causa della dispersione della vita attuale le volontà sono insufficienti o malate. Lo stato contemplativo esige una tenace, decisa e dolce volontà, che conduce alla perseveranza. Alle persone velleitarie, dispersive, dilettanti – per quanto amabili siano altrimenti – consiglieremo di cercare in altra direzione.
6-2 REGOLAMENTO di VITA Ciascuno adotterà una regola di vita sostanziale, flessibile e personalizzata. Ne farà oggetto di revisioni intervallate sotto lo sguardo di Dio e, talvolta, con l’aiuto di terzi. Presentiamo ora sei pratiche di sostegno alla CMM.
6-3 L’ORAZIONE L’orazione contemplativa è la pratica caratteristica e specifica della CMM. I suoi membri si sforzeranno, attraverso il contatto continuo con gli autori del Carmelo, di fortificarsi nelle motivazioni che li portano a perseverare a lungo e regolarmente nell’orazione. Santa Teresa d’Avila ha scritto: "Dico semplicemente che l’orazione è la porta dei così grandi favori che Egli mi ha fatto; quando questa è chiusa, non so come Lui possa accordarli, perché, per quanto voglia venire a dilettarsi in un’anima e colmarla di attenzioni,non vi trova l’accesso…" (Vita, 8/9 p. 58). Teresa la grande afferma ancora: "Credetemi, e che nessuno vi induca in errore indicandovi un percorso diverso da quello dell’orazione…" (Il cammino della perfezione, 21/6 p.437). Per San Giovanni della Croce "la contemplazione non è che un’infusione di Dio, segreta, pacifica e amorosa, che, se le si fa spazio, infiamma l’anima nello spirito d’amore" (Notte Oscura 1/10 p. 409, confermato da 2/10-13 p. 447-460). Si capisce allora l’estrema importanza dell’orazione, che arricchisce delicatamente e gratuitamente l’anima dei tanti doni divini che con le sole proprie forze non potrebbe ottenere. È nostra convinzione – in un certo senso – che l’orazione "ci insegnerà tante cose" (Gv 14,26). L’orazione non è tutto, ma conduce alla perfezione di tutte le altre opere; per questo con essa proponiamo un programma di vita semplificato.
Padre Maria-Eugenio, riprendendo l’insegnamento formale di Santa Teresa, ha insistito a lungo sul pericolo di impegnarsi prematuramente nell’apostolato distribuendo tutti i propri beni prima del tempo: partenza veloce subito seguita da una caduta funesta (cf. Vita 19 e Voglio Vedere Dio, 5°D 4 p. 1059 e 1063). Insistiamo particolarmente sulla DURATA dell’Orazione, che deve essere molto lunga. Nel suo libretto "Dimmi una parola" padre Lafrance così argomenta: "L’Oriente insiste molto sulla quantità. Non sarai mai un uomo impregnato di preghiera se non preghi molto, molto" (p. 32); "se dedichi ogni giorno un po’ di tempo alla preghiera, lo Spirito Santo "ti prenderà a tradimento" donandoti il gusto della preghiera e tu aumenterai la dose" (p. 79). Al capitolo 7, che porta incisivamente il titolo: "Molto", aggiunge ancora: "Se non riesci a fare della tua preghiera una questione di qualità, devi almeno farne una questione di quantità" (p. 123 s). Secondo la magnifica dottrina di frate Lorenzo della Risurrezione, scopo dell’orazione è farci vivere "alla presenza di Dio". Per noi la virtù principale dovrebbe essere la "verginità spirituale", secondo l’espressione corrente nel mondo certosino (cf. art. Chartreux nelDictionnaire de Spiritualité II,725). La psicologia del profondo rende noto che noi interiorizziamo "istanze esteriori": i nostri genitori soprattutto, ma anche i principali interlocutori della nostra esistenza quotidiana. Così copiamo le loro attitudini, i loro gesti e le loro parole. Queste istanze ci abitano in modo così intimo, che arrivano a pensare al nostro posto. In questo modo lo spirito del mondo si introduce in noi. Il nostro intelletto si investe in discorsi interiori con personaggi immaginari, intenti a loro volta in conversazioni mondane…, che trasformano la nostra testa in un vero salotto. Al contrario l’uomo interiore è quello che scende più in profondità e trova continuamente Cristo come compagno. "In conspectu semper!". Abituato a vivere "solo con se stesso", egli acquisisce indipendenza, forte identità e cessa di vivere al traino di immagini e slogans che precondizionano. Si immerge in quella che S. Caterina da Siena chiama la "cella della conoscenza di sé" e Santa Teresa d’Avila, le "dimore" profonde del "Castello interiore". La durata quotidiana dell’orazione, l’abbiamo capito, è un punto essenziale perché l’investimento dell’anima sia fatto prima di tutto verso Dio, scelto nella fede. Primato dell’amore al Signore – distacco da tutte le creature. I membri della CMM tenderanno a consacrare ogni giorno due ore piene all’orazione, di giorno o di notte. In un contesto secolare una simile pratica dell’orazione vincolerà a una grandissima disciplina. Essa indurrà forse a una programmazione oraria stabilita su base settimanale. Quanti non avessero la salute o la disponibilità per un tale investimento, scenderanno provvisoriamente a un’ora, con la preoccupazione di arrivare un giorno a due ore, durata che potrà essere già raggiunta in periodo di congedo. Se un membro della CMM, per motivi personali o meno, si trovasse nella situazione prolungata di non poter fare orazione, questo sarebbe segno che deve lasciare la comunione. Per coloro, la cui situazione di lavoro, familiare e di salute cambi continuamente, è necessario prevedere misure di misericordia. Nei momenti di punta o di sovraccarico eccessivo occorre una sufficiente libertà dell’anima per diminuire i tempi di orazione, ma questa situazione non deve prolungarsi e deve essere subita come una pesante croce. Senza una profonda dottrina non c’è orazione. Come abbiamo detto, ci ispireremo prevalentemente agli autori del Carmelo, a S. Francesco di Sales e a tutti gli scrittori raccomandati dalla Chiesa.
6-4 CINQUE ALTRE ESIGENZE 1 - Ci si sforzerà di partecipare spesso alla Messa feriale. La CMM non dimentica i luoghi e i contesti di vita in cui questa pratica è resa sfortunatamente impossibile. 2 – Si riceverà regolarmente il sacramento della Riconciliazione 3 – La "Lectio divina" quotidiana, pur breve e rapida, sarà nutrimento indispensabile per l’orazione.
4 – Si terranno in grande stima i "Pii esercizi" e particolarmente il rosario. 5 – Si consiglia sicuramente un tempo forte annuale sotto forma di ritiro, o pellegrinaggio.
I TRE CONSIGLI
6-5 POVERTÀ
Ci si sforzerà di scegliere un genere di vita in cui regni la "aurea mediocritas". La sobrietà è la caratteristica di uno spirito, la cui preoccupazione è aliena dai beni materiali. Accumulare beni, dare importanza alla loro gestione, ammassare ninnoli e mobili di lusso, preoccuparsi della moda e dell’abbigliamento all’ultimo grido… tutto ciò non è compatibile con il nostro stile di vita spoglio e interamente orientato all’essenziale, con il primato della contemplazione. Il pellegrino dell’assoluto è in cammino verso un altrove: l’organizzazione della sua dimora deve testimoniare che, lungi dall’installarsi in questo mondo, non ha quaggiù una "città stabile" (Eb 13,14). D’altra parte, in questa realtà, dove trionfa il vitello d’oro, è fondamentale vivere con grande purezza e probità il proprio rapporto col denaro (Lc 16,8). E non basta ancora: ci sforzeremo di vivere la CONDIVISIONE, per esempio praticando le decime. Impareremo così la virtù teologale della Speranza e la dipendenza filiale vis-à-vis con il Padre celeste, aprendo al contempo il nostro cuore agli altri.
6-6 OBBEDIENZA L’obbedienza di un membro della CMM dovrà essere amorevole e totale, a imitazione dell’atteggiamento filiale di Gesù e di Maria verso il Padre. "La santità è l’unione delle volontà" (Santa Teresa d’Avila), l’obbedienza a Dio è fondamentale. Poiché la CMM non è un ordine religioso, non sussiste la dimensione eroica della dipendenza meritoria verso un superiore, garantita da una giurisdizione. L’obbedienza di secolari, non legati da voti canonici, avrà tuttavia il suo campo di applicazione:
* negli obblighi corrispondenti ai differenti stati in cui il soggetto si trova implicato: Chiesa, famiglia, professione…stando attenti a stanare le insidie dell’illusione e dell’evasione; * negli eventi sempre interpretati, riletti e assimilati nell’ottica della fede; nelle ispirazioni e nelle proposte particolari, eventualmente controllate dal padre spirituale.
6-7 CASTITÀ La sessualità sarà vista sotto una luce benevola. Sapremo mostrare che questa dimensione essenziale della natura umana non può mai essere trattata per preterizione. La considereremo come realtà sensibile decisiva per comprendere il mistero divino. Saremo aperti verso le ricerche condotte con fede e serietà in questo campo, senza dimenticare tuttavia che la metafisica soggiacente a questi studi è talvolta gravemente deficiente, perché dimentica che altri dinamismi (come la sete di vedere Dio) sono ancora più importanti.
Saremo pieni di comprensione nei confronti di quanti soffrono per questo motivo. Eviteremo l’ipocrisia di lasciar intendere che questo problema riguardi solo gli altri. Oggi la virtù della castità, sulla quale Gesù insiste con una certa brutalità (Mt 5,27s), è considerata impossibile dal mondo.
Fatto nuovo, persino tra i cristiani abbastanza ferventi la castità non è sempre auspicata. Essa è incompresa. C'è in lei una vera sfida per il contemplativo nel cuore del mondo. Egli ha capito che senza molta preghiera non può "reggere". Ma il Signore gli chiede ancora di "riscattare", di far brillare una giusta affettività, segno della tenerezza divina. La maggioranza dei non sposati ha gravi difficoltà in questo campo: scacco del dominio delle pulsioni per l’uomo, fantasie incontrollate per le donne. Molte "persone sole" trascorrono una parte importante della loro esistenza a rincorrere surrogati e compensazioni:
- interminabili relazioni sentimentali che non conducono mai alla costruzione di una vera famiglia.
- investimento prolungato in percorsi di psicoterapie diverse, sedute che promettono mari e monti… cose, non sempre cattive, ma che contribuiscono all’inflazione dell’io egoista e sensuale. Dobbiamo usare molta compassione e comprensione per queste vicissitudini, che spesso durano tutta una vita. Perciò come non deplorare che tante anime perdano una parte importante della loro esistenza e delle loro energie su strade senza sbocco, mentre gli spirituali propongono una strategia precisa per questo combattimento? Basti pensare all’insegnamento più volte ripetuto di San Giovanni della Croce sui "movimenti anagogici"
(5°Consigli di spiritualitàp. 1024)
. La CMM dovrebbe assistere i suoi membri in questa lotta decisiva attraverso l’ideale di preghiera proposto, gli incontri e il gioco di relazioni di aiuto che essa rende possibile. In accordo con la sensibilità moderna, essa permette un’amicizia sana e semplice nella diversità.
Tuttavia ciascuno saprà essere chiaro circa le proprie motivazioni: la CMM non è un’agenzia matrimoniale; assicurare l’equilibrio affettivo non è la sua prima finalità.
Poiché tentazioni e sbandate sono sempre possibili, ciascuno saprà trovare la "giusta distanza" desiderata dall’altro. Troveremo le misure necessarie per una certa riservatezza, in particolare nei riguardi del sacerdote.
6-8 CONSIDERAZIONE per il CELIBATO I celibi e le "persone sole" hanno una particolare attitudine a capire che appartengono alla "Famiglia celeste", anche se soffrono di procedere in un mondo che non dà loro la giusta valutazione.
La CMM rende manifesto che queste persone hanno un valore intrinseco agli occhi del Signore, alla cui Provvidenza nulla sfugge: "Nel progetto di Dio i non sposati hanno una vocazione particolare (…) sia che abbiano scelto deliberatamente questo tipo di vita, sia che non l’abbiano veramente scelto, perché Dio lo ha scelto per loro attraverso gli avvenimenti e le circostanze della vita."
Le persone sole hanno spesso una sensibilità agli avvenimenti, una disponibilità di cuore che non si trovano nello stesso modo negli altri. Dio vuole servirsi di loro. Talvolta il loro stato è, a ben guardare, una vera propedeutica alla vita di intimità con Dio. Questo progetto è destinato a mettere in risalto il posto particolare che esse occupano nel cuore di Dio.
6-9 FAMIGLIA e AUTONOMIA Il programma sviluppato dalla CMM richiede, se non una distanza, almeno una vera libertà nei confronti della famiglia, della quale bisogna sapersi fare prossimi in caso di bisogno. La dimensione "eremitica" della CMM suppone una rottura con lo spirito del mondo, al quale partecipa poco o molto la famiglia secondo la carne. La CMM spiega così le parole di Cristo in Mt 12,46-50: si inaugura già sulla terra la famiglia celeste, in una intensa relazione di fraternità con coloro che danno a Gesù un amore di preferenza, a prescindere dai legami di sangue. I membri della CMM si mantengono riservati riguardo alla pratica della preghiera. Brillano attraverso un certo nascondimento. Senza costituire minimamente una società segreta, temono il fariseismo e mettono altri a parte delle loro abitudini di preghiera solo a ragion veduta: quando l’ispirazione ne suggerisce la necessità per stimolare un fratello, quando diventa necessario per mantenere buone relazioni con il prossimo.
6-10 STABILITÀ - SEDENTARIETÀ Le tecniche moderne forniscono i mezzi per spostarci e comunicare all’infinito, ma questa non è una ragione per usarne senza discernimento. Troppo spesso riteniamo che si debba fare tutto ciò che è fattibile. Oggi è impossibile tendere alla santità senza assumere nel profondo questi dati di fatto paradossali: "Andate in tutto il mondo…" (Mc 16,15); "Entra nella tua camera, chiudi la porta e prega…" (Mt 6,6) Siamo continuamente chiamati a operare una scelta tra movimento e stabilità. Talvolta i mezzi di comunicazione determinano la rovina della vita familiare, territoriale, parrocchiale. Le persone sole subiscono la tentazione di "cercare il piacere" in tutte le direzioni.
A questo riguardo i membri della CMM devono giocare un ruolo importante nella società. Senza essere monaci, si ricorderanno che questi sono invitati a "rimanere nella cella", a vivere nella "stanza della conoscenza di sé" (Cat. da Siena), a fare voto di stabilità. In questo campo ciascuno avrà cura di scoprire dove lo Spirito lo conduce.