Il Regno di Dio comincia in piccolo, come il granello di senape che poi diventa un grande albero.
Alcuni volontari si sono chinati sul destino di Loreto. Formano un collettivo piccolo, molto piccolo, denominato QAL: Quale Avvenire per Loreto.
Il QAL si è dato come compito quello di pensare l'avvenire di Loreto alla Luce dello Spirito Santo, in vista della salvezza del più alto numero di anime.
Il QAL si occupa di informare, sensibilizzare e mobilitare, ma ha come solo mandato quello accordato a tutti i battezzati.
Si accontenta di vivere in comunione con il proprio vescovo, coraggiosamente, nell'obbedienza, ma senza adulazione, senza servilità.
Il QAL è povero, non ha mezzi finanziari e non li cerca.
Il QAL non desidera intraprendere azioni materiali o pastorali. Questo spetta ha chi ha la grazia per farlo.
Il QAL non ignora che l’amor proprio s'intrufola ovunque, ma non desiderebbe avere alcuna ambizione, alcun desiderio di celebrità. Vorrebbe preparare le vie del Signore come ha fatto Giovanni Battista, e sparire.
Il QAL vorrebbe pungolare, spronare. Vorrebbe provocare un risveglio delle coscienze, suscitare l'immaginazione, stimolare lo spirito d'iniziativa.
Il QAL si rivolge a tutti i cristiani, ma in primo luogo agli abitanti della santa Italia, che ignorano la loro felicità e dormono il sonno dei giusti, dimenticando chi giace nell'ombra della morte.
Il QAL non è sovversivo, ma cerca di leggere i segni dei tempi e crede che sia venuto il momento di ripensare a fondo Loreto, completamente nella linea della Evangelii Gaudium.
Si! Bisogna pensare ad una rivoluzione totale, ma nella dolcezza e nella carità. La riflessione deve essere globale e non deve aver paura di alcuna richiesta. Deve essere fatta a livello spirituale, pastorale, culturale, giuridico e strutturale.
Il QAL non pretende di essere infallibile. Sa che le previsioni degli uomini non si realizzano mai e le vie del Signore sono sconcertanti. Ma rifiuta di rinunciare alla parte umana che entra a far parte delle opere di Dio. Pensa che l'immaginazione del popolo di Dio debba mettersi in moto.
Tuttavia il QAL è rispettoso delle tradizioni; le studia con passione e minuzia, poiché sono memoria dei benefici accordati dal Cielo.
Il QAL ha dietro di sé più anni di esperienza. È ormai persuaso che la popolazione locale è portatrice della santità dei secoli, ma essa non ha il desiderio ed i mezzi per sferrare l'affondo necessario alla costruzione della Nuova Loreto. È dunque la Nazione Italiana nel suo insieme da interessare all'avventura che comincia.
7.1.2 Pensare Loreto alla luce di Dio
Pensare Loreto? Non è un sogno da intellettuali pretenziosi? Forse qualcuno penserà che la riflessione in prospettiva sia orgogliosa e vana, che basti esplorare la grazia iniziale dell'Annunciazione, accontentarsi delle ispirazioni personali date quotidianamente ai fedeli all'ombra della Santa Casa.
Forse considerano che Dio sia l'architetto di una città la cui figura la contempleremo solo in cielo. E nell'attesa non dobbiamo profanare l'azione divina con il nostro spirito di possesso, con la nostra curiosità, con la nostra voglia di pianificare...
Come non apprezzare uno spirito così soprannaturale?
Eppure san Paolo scrive: «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere» (I Co 3, 5).
L'apostolo delle Genti riflette, discerne, fa piani di conquista... Così nell'Esortazione apostolicaEvangelii Gaudium, papa Francesco invita i fedeli di Cristo a scuotersi dall'immobilismo:
n° 25:«Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno».
n° 26:«La Chiesa peregrinante verso la meta è chiamata da Cristo a questa continua riforma...».
n° 27:«Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione».
N° 33:«La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del "si è fatto sempre così". Invito tutti ad essere audaci e creativi...».
7.1.3 Cosa si aspettava da Loreto san Giovanni Paolo II
I voti che papa Wojtyla formulava per Loreto si trovano al numero 7 e all'inizio del numero 8 della lettera indirizzata a mons. Macchi in occasione del VII centenario.
Riproduciamo qui alcune formulazioni magistrali di quei passaggi. Potrebbero servire da statuto per chi lavora come noi alla promozione di una Nuova Città di Loreto.
1 - Un luogo dell'essenziale
«Ciò che abbiamo detto ci aiuta a vedere più chiaramente quale potrebbe essere la funzione dei grandi Santuari, particolarmente quello di Loreto, nel nuovo contesto religioso di oggi: non luoghi del marginale e dell’accessorio ma, al contrario, luoghi dell’essenziale, luoghi, dove si va per ottenere "la grazia", prima ancora che "le grazie"».
2 - Rispondere alle domande di oggi
«Oggi è necessario, per rispondere alle nuove sfide della secolarizzazione, che i Santuari siano luoghi di evangelizzazione, vere e proprie cittadelle della fede...».
3 - Loreto centro nevralgico dell'evangelizzazione in Europa
«Si potrebbe forse parlare di una specifica « geografia » della fede e della pietà mariana, che comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio del Popolo di Dio ».
È noto il ruolo determinante che svolsero nella prima evangelizzazione dell’Europa alcuni grandi monasteri, quali centri di spiritualità e veri « campi-base » nel cammino della fede. I grandi santuari – divenuti oggi, ance grazie all’accresciuta mobilità umana, luoghi di più grande concorso di popolo – sono chiamati ad assolvere una funzione analoga, in vista della nuova onda di evangelizzazione, di cui avvertiamo tanto urgente il bisogno per l’Europa e per il mondo. »
A proposito, vedere anche:
santafamigliatv.itetmariadinazareth.org
4 -Una pastorale adeguata
«Per questo non si raccomanda mai abbastanza la necessità di una adeguata pastorale, aperta alle grandi sfide del mondo e ai segni dei tempi, ispirata alle direttive conciliari e del magistero più recente della Chiesa... »
5 - Cercare Dio nel silenzio
«L’efficacia dei Santuari si misurerà sempre più dalla capacità che essi avranno di rispondere al bisogno crescente che l’uomo sperimenta, nel ritmo frenetico della vita moderna, di un contatto silenzioso e raccolto con Dio e con se stesso. Quale grazia poter fare questo proprio presso la Santa Casa di Nazareth, dove Maria e lo stesso Gesù dedicarono gran parte del loro tempo alla preghiera silenziosa e nascosta».
6 -Un centro per la pastorale familiare
«Ma non per questo in essi saranno dimenticati i problemi quotidiani della vita. Il ricordo della vita nascosta di Nazareth evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare "chiesa domestica" della storia»