La Santa Casa di Loreto è quella di Gioacchino e Anna, genitori della santissima Vergine Maria. Oggi si distingue chiaramente questa casa da quella della Santa Famiglia, chiamata «Casa di Giuseppe». Questa casa si credeva perduta. Da qualche anno si crede di poter dire con una certa probabilità che la casa detta di Giuseppe a Nazareth è quella della Santa Famiglia. Fino ad un recente passato quasi tutti gli autori, compresi i papi, hanno confuso le due case.
Questa confusione, talora mantenuta volontariamente per ragioni di edificazione spirituale, non resiste alla critica.
Ciò non impedisce che la spiritualità di Nazareth e della Santa Famiglia appartenga ormai alla tradizione loretana. Per il bene dei visitatori, dei pellegrini, dei congressisti e di chi fa ritiri spirituali a Loreto c'è tutto il vantaggio a mantenerla.
Il tema, molto generale, molto stimolante della Casa è così arricchito in maniera considerevole.
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3.1.2 Storia
«Gli italiani chiamano "fonti mute" gli scavi ed altri lavori di archeologia intrapresi nella chiesa dell'Annunciazione a Nazareth (1955-60) e nel sottosuolo della Santa Casa a Loreto (1962-65). Queste fonti mute hanno favorito una critica serena ed hanno permesso di constatare che la tradizione ricevuta e la storia oggettiva non si contraddicono».
L'abitazione dei genitori di Maria, come ben altre dimore della regione, si componevano di due parti: una grotta scavata nella roccia con funzione di ripostiglio ed una costruzione in pietra, luogo di soggiorno della famiglia.
Nel III secolo discepoli di Gesù o membri della sua parentela hanno costruito una chiesa, sul modello di una sinagoga, che riparava la Santa Casa. Nel V secolo i cristiani di Bisanzio hanno sostituito i giudeo cristiani. Hanno demolito la prima chiesa sostituendola con una seconda chiesa che conteneva la Santa Casa nella cripta. Questa seconda chiesa è stata abbattuta dai crociati per costruire una terza chiesa. (GHA=GSA pag. 6-8).
3.1.3 Critica di Chevalier contro Nazareth
Nel suo libro totalmente critico e rivoluzionarioNotre-Dame de Lorette(pag. 21-40, 50, 464), il canonico franceseUlysse Chevalierpretendeva che non restasse niente della casa primitiva, perché dopo l'ultimo sforzo per l'indipendenza della Giudea, dopo che Gerusalemme fu sostituita da Aelia Capitolina (132 - 136 d. C.), le macerie della nazione giudaica si sono concentrate in Galilea. Quei giudei nazionalisti, molto settari, avrebbero allora distrutto sistematicamente tutti i ricordi materiali dell'Incarnazione (pag. 21). Afferma inoltre che i musulmani avrebbero nuovamente distrutto tutto nel 1263.
Queste asserzioni sono state ampiamente smentite in 1 Ri p. 3-6 e Esb pag. 398 e 440.
Ilpadre Santarellipensa che gli scavi fatti a Nazareth daBagattidimostrino chiaramente che dal III secolo i resti della Santa Casa sono stati protetti dai familiari di Gesù e l'essenziale ne è stato salvaguardato.
3.1.4 Gli SCAVI
a) a Nazareth
Gli scavi sono stati fatti daViaude sono stati relazionati nella sua opera Nazareth et ses églises de l’Annonciation et de St Joseph, Parigi 1910.
Tra il 1955 ed il 1960 i lavori dipadre Bellarmino Bagatti(1905 - 1990), ben noto francescano della custodia di Terra Santa, hanno aggiunto nuovi indizi alla convinzione che la Santa Casa di Loreto è molto simile, per il suo aspetto e le sue dimensioni, a quella che faceva corpo con la grotta attualmente visibile nella cripta della Basilica di Nazareth.
(Sant SC, 57s ; GHA=GSA 6-8).
b) a Loreto
Le investigazioni sono state condotte dalprofessor Nereo Alfieri, assisto daEdmondo Forlanie dalpadre Floriano Grimaldinegli anni 1962-65.
Sembrano dare credito alle tradizioni tramandate di generazione in generazione:
la Santa Casa non ha fondamenti
è posta direttamente su una via pubblica
È formata da tre muri e non da quattro
le pietre della parte inferiore dei muri sono di natura sconosciuta nella regione delle Marche
la parte superiore è formata da materiali in uso nel territorio, in particolare i mattoni visibili in alto
l'unica porta originale è posta sul lato nord, cosa contraria al buon senso nella regione delle Marche
la sola finestra, detta dell'Angelo, è posta ad ovest e lascia filtrare pochissima luce
i graffiti ritrovati in quell'occasione sono decisamente di origine paleocristiana; sono formati da frammenti di lettere provenienti dall'alfabeto greco o ebraico; esprimono professioni di fede nella divinità di Cristo
in quell'occasione sono state anche inventariate cinque piccole croci rosse dei crociati... modesto indice di una esportazione della reliquia al tempo in cui la Terra Santa era passata sotto l'occupazione musulmana: